a
Trento Affacciata
sul lato occidentale di Piazza Duomo a Trento, questa casa,
in origine a due piani con portale e monofore Gotiche,
apparteneva ad Arcangelo Balduini, medico del Principe
Vescovo Hinderbach e dell' Imperatore Federico III dal
quale ottenne nel 1478 un diploma di nobiltà. Essa conserva
la più antica decorazione esterna della città, ancora
leggibile nel suo complesso, purchè si tenga conto degli
estesi rifacimenti e delle integrazioni risalenti al
restauro del 1941 ad opera di Luigi Battisti; prima di
quell'intervento gli affreschi erano infatti, come
documentano vecchie fotografie, estremamente deperiti e
lacunosi, in seguito alla trasformazione dell'edificio. E'
evidente il rapporto di questa decorazione con altre simili
in
area trentina, come il noto ciclo profano nella sala
maggiore di Castel Pietra, a sud di Trento, ( 1470 ) e
sopratutto gli affreschi nel cortile di Castel Vecchio, al
Buonconsiglio, fatti dipingere dal vescovo Inderbach nel
1475 o poco dopo, all'epoca cioè del rinnovamento della
parte più antica del castello. Gli autori di tutte queste
decorazioni sono stati individuati da Nicolò Rasto nei
pittori Sacchetto di Verona, in particolare in Bartolomeo
cui lo studioso riferisce anche gli affreschi di casa
Balduini. Simile è infatti il motivo decorativo a festoni e
pendenti di foglie e frutta distribuiti su tutto il
prospetto a intonaco bianco secondo un ritmo regolare e
annodati da
sottili
nastri rossi che tracciano capricciose volute. La
decorazione della facciata è inoltre arricchita da larghi
fregi con cornici di gusto ormai rinascimentale che
tacchiudono esuberanti fogliami e motivi floreali, dipinti
con pochi colori sempre della stessa tonalità che varia
entro la ristretta gamma del verde, del rosso e del giallo,
elegantemente profilati nel fondo bianco. L'ornato
sembrerebbe di gusto ancora tardo - gotico se non fosse per
la ricerca di simmetria e la presenza di motivi che
riecheggiano i girali di sapore romantico; di evidente
carattere umanistico sono i festoni di ispirazione
mantegnesca che compaiono anche nelle facciate veronesi del
tardo Quattrocento.
|
|
|